Breve Storia - Proloco Marsilio Ficino Figline Valdarno

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Proloco Marsilio Ficino di Figline Valdarno
LE ORIGINI DI FIGLINE VALDARNO
 


 
Nel Medioevo Figline era nota anche come Feghine: la toponomastica deriva probabilmente da "figulinae", termine latino che indicava la presenza di fornaci di mattoni e di vasellame e quindi, per traslato, l'esistenza in zona dell'arte dei vasai. Infatti il terreno delle colline e le argille dei fiumi locali rappresentavano ottime materie prime per la fabbricazione di laterizi e ceramiche. La presenza di queste fornaci è già accertata nel periodo etrusco, come attestano i ritrovamenti archeologici avvenuti sulle colline del Valdarno Superiore che ne documentano l'esistenza fin dal periodo arcaico. Il ritrovamento del 1843 di cinque urne funerarie in località Scampata dimostrano lo stanziamento di queste popolazioni anche nel territorio di Figline. Agli etruschi subentrarono poi i romani che si dedicarono all'agricoltura e alla pastorizia, avendo trovato nel Valdarno una zona veramente ricca, specie per la coltivazione dei cereali. L'attuale abitato di Figline Valdarno non corrisponde al luogo dove in origine nacque il Castel Vecchio di Figline, che sorgeva sulla sommità del rilievo di San Romolo, posto"alle spalle" dell'attuale centro cittadino. E' solo verso la metà del XIII secolo che avvenne il trasferimento totale dell'abitato a valle, intorno alla piazza del mercatale, a seguito della distruzione del castello di "Feghine" ad opera dei fiorentini. La ragione di tale distruzione fu l'asilo offerto dai figlinesi ai fuoriusciti ghibellini di Firenze ed agli aretini capitanati dagli Ubertini. Il Castel Vecchio allora fu assediato, conquistato e raso al suolo ed i suoi abitanti costetti a stabilirsi a valle. Sui rilievi circostanti sorgevano altri castelli, tra i quali quello di Gaville, dei Bensi e dei Della Foresta; più in basso si trovava il Castel d'Azzo e quello dei Guineldi. Le prime notizie documentarie che fanno riferimento al Castel Vecchio risalgono al 1008 e si riferiscono a contratti di compravendita di porzioni di terra poste in Fighine, in un luogo detto della Valle Maggiore, nel piviere di S.Romolo a Cortule, ossia a Gaville. Successivamente, all'incirca nel 1150, la popolazione sparsa intorno al Castel Vecchio si stabilì a valle radunandosi intorno al mercatale ove edificò abitazioni e portici per il commercio. Infatti già da allora il mercato si configurava come uno dei più prosperi del Valdarno superiore, favorito com'era dall'esser posto quasi al centro delle vie di comunicazione che univano Arezzo a Firenze. Secondo alcune fonti sembra che l'abitato fosse dotato anche di un porto, poiché allora l'Arno era navigabile anche nel tratto figlinese. Saranno proprio tutte queste potenzialità a far sì che la storia del Castel Vecchio e della sua borgata si intreccino prima con quella della città vescovile di Fiesole e poi con quella di Firenze. Infatti sia la situazione economicamente fiorente del mercatale, sia la presenza del castello difeso da possenti mura, indussero il vescovo di Fiesole Rodolfo a trasferire la sede episcopale a Figline; questo evento deve essersi verificato fra il 1153, anno in cui Rodolfo divenne vescovo, ed il 1167 quando il Castello fu distrutto dai fiorentini. Il disegno del vescovo era quello di sfuggire alla soggezione di Firenze dopo che questa aveva conquistato la città episcopale nel 1125, pur avendo lasciate inviolate le prerogative del vescovado. Questi episodi avvennero probabilmente con l'aiuto degli aretini, nemici di Firenze, la quale dal canto suo sperava di poter trovare un pretesto per evitare il trasferimento della diocesi e per avviare una campagna militare contro Arezzo alleata del vescovo. Il pretesto le fu presto offerto da un membro della famiglia degli Ubertini, Ranieri, che mal sopportando il potere episcopale si mise in aperta lotta contro il vescovo ed i suoi alleati. Questi però lo catturarono e lo rinchiusero in prigione. Firenze trattò la liberazione dell'ostaggio ma senza raggiungere esiti positivi; allora mosse guerra contro Arezzo che, assediata, non tardò ad arrendersi liberando Ranieri. Sulla strada del ritorno l'esercito fiorentino devastò i dintorni di Figline, distrusse le mura del Castel Vecchio e ricondusse il vescovo a Fiesole. Ma sarà proprio questa violenta vicenda che provocherà il definitivo trasferimento dell'abitato a valle, intorno al luogo dove aveva sede il mercatale, in parte già abitato, che tanta importanza acquisterà nei secoli successivi quale centro di commercio. Infatti Firenze considerava il borgo di Figline "un magazzino" al quale ricorrere facilmente durante i periodi di carestia e questa importanza strategica convinse i nuovi padroni a cingere l'abitato di una cinta muraria che fu edificata tra il 1357 ed il 1390, allo scopo di salvaguardarne il ruolo di granaio della città di Firenze.
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